Hollywood, anni Cinquanta: il giovane Ed Wood, che ama vestirsi da donna, realizza, nella maniera più incredibile, alcuni film poverissimi mediante espedienti ""produttivi"" spesso grotteschi. Fattosi amico di Bela Lugosi, ormai vecchio, misero e morfinomane, lo assiste fino alla morte. Dopo un incontro con Orson Welles, Ed Wood realizza il suo primo film di successo: ""Plan 9 from Outer Space"".
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Sconvolgente per la sua perfezione, sublime per l'humor e l'ironia, stupefacente per le interpretazioni. Martin Landau su tutti, ma anche Johnny Depp si riconferma un attore completo e capace, ottime le spalle: meravigliose Parker e Arquette (sbav sbav), assolutamente imperdibili Jones e Murray in alcune fra le parti più esilaranti che Burton abbia mai messo in atto. Interessante e dolente l'opera del grande cantastorie hollywoodiano, essa mette in scena forse la più grande contraddizione e stranezza mai partorita dalla happinessfactory americana: Ed Wood. Il successo del perdente, della qualità scadente, della non-arte, del cattivo gusto, del passato patinato di sogni interrotti (fantastico il personaggio di Lugosi)...il grande cuore di un regista riscattato per l'eccezionalità del Brutto che sapeva creare. E nell'ironia più cinica Burton inserisce il tanto agognato happyend svelandoci nel modo più geniale la morale di quella che dopotutto è una favola meravigliosa (e come tutte le favole che si rispettino non può non avere una morale).